Vacanze di Natale compie 40 anni, il ricordo di Jerry Calà
- Redazione

- 21 mag
- Tempo di lettura: 2 min

“Vacanze di Natale” compie 40 anni: Jerry Calà svela i retroscena del cult di Cortina
Quarant’anni fa, nel dicembre 1983, usciva nelle sale italiane un film destinato a segnare profondamente la commedia tricolore: Vacanze di Natale dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina. Un’opera capace di scalare il box office fino alla nona posizione, consacrando i giovani Jerry Calà e Christian De Sica tra i volti simbolo di un’epoca. Considerato da molti come il capostipite dei cinepanettoni, per Calà quel film fu tutt’altra cosa.
“Non c’entra nulla con i cinepanettoni che sono venuti dopo. Questa è una signora commedia con tutti gli attributi. Una satira di costume, in un momento in cui il cinema italiano era diventato troppo favolistico”, spiega l’attore in un’intervista al Corriere della Sera da Cortina, dove tutto ebbe inizio.
“Non sono bello: piaccio” – Billo e Jerry, due facce della stessa medaglia
Calà rievoca con nostalgia quel periodo, complice anche il brano I Like Chopin che risuona ancora oggi con la forza di una madeleine. Il personaggio di Billo, in fondo, gli somigliava parecchio:
“Del me di quel periodo c’è tutto. La battuta ‘Non sono bello: piaccio’ l’ho inventata io. Era perfetta per rappresentare quel ragazzo degli anni ’80, non bellissimo ma simpatico, con savoir faire. Adesso, la testa l’ho messa un po’ a posto. Un pochino, eh…”
Politicamente scorretto? “Ma fotografava l’epoca”
Alla domanda su quanto un film del genere oggi supererebbe la censura del politicamente corretto, Calà non ha dubbi:
“Oggi non passerebbe. Ma raccontava il linguaggio e il modo di vivere di quegli anni. Era anche un po’ cattivo, e affrontava temi allora inediti. Penso al personaggio di Christian De Sica che si dichiara bisessuale dopo essere stato scoperto a letto con il maestro di sci. Piacque tantissimo e contribuì a sdoganare situazioni che oggi sono normali”.
Sandrelli, Moana, il “cummenda”: tutti i volti di un cult intramontabile
Nel film, il primo amore del suo personaggio è Ivana, interpretata da una giovanissima Stefania Sandrelli. Calà ricorda il suo entusiasmo e l’emozione del primo incontro:
“Era un mito per me. La prima sera dovevamo subito baciarci. Avevo le mani sudate. Lei mi guardò e disse: ‘Guarda Jerry che io i baci finti non li so dare’. E io: ‘Figurati io’.”
E poi Guido Nicheli, il leggendario “cummenda”, Donatore di sangue, noto per frasi cult come “Alboreto is nothing”:
“Era il nostro guru. Non recitava: parlava così anche nella vita. Non era ricco, ma con il portamento e l’eleganza riusciva a farsi passare per un capitano d’industria”.
Infine, un ricordo affettuoso per Moana Pozzi, con cui il suo personaggio “andava in bianco”:
“Capita anche ai migliori. Moana era dolcissima, una grande professionista. In quella scena fu bravissima, naturale”.









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