“Il problema della nebbia a Milano”: la memorabile scena con Totò e Peppino
- Redazione

- 21 mag
- Tempo di lettura: 3 min

Totò e Peppino, Milano e la leggendaria “nebbia”: lo sketch cult di “Totò, Peppino e la... malafemmina”
Nel grande classico della commedia italiana Totò, Peppino e la... malafemmina (1956), diretto da Camillo Mastrocinque, uno degli sketch più celebri ruota attorno alla nebbia di Milano, mito metropolitano che diventa pretesto per una irresistibile conversazione surreale. Protagonisti, ovviamente, i fratelli Caponi: Antonio (Totò) e Peppino (Peppino De Filippo), chiamati a risolvere una questione familiare piuttosto delicata.
Il caso Gianni
Donna Lucia (interpretata da Vittoria Crispo) è angosciata dopo aver ricevuto una lettera anonima in cui si denuncia che il figlio Gianni (Teddy Reno), invece di dedicarsi agli studi, “si perde con donne di malaffare”. In preda all’ansia, si rivolge ai suoi due fratelli, Antonio e Peppino, che si offrono con slancio di affrontare la situazione.
Come da copione, le loro “buone intenzioni” si traducono ben presto in una serie di disastri: tra questi, anche l’incidente con un trattore che finisce per distruggere il muro del confinante Mezzacapa (Mario Castellani), personaggio tanto burbero quanto pittoresco.
Il consiglio del “milanese”
Quando si tratta di organizzare il viaggio a Milano, i fratelli Caponi si affidano proprio a Mezzacapa, che con tono vanaglorioso sottolinea: “Tutti mi chiamano il milanese!”. Ma Peppino, con la sua proverbiale diffidenza, chiede: “Parliamoci chiaro, voi ci siete stato veramente a Milano?”. “E come no!”, ribatte fiero Mezzacapa, “Ci ho fatto il militare nel ’31… cavalleria!”
Antonio vuole saperne di più: “E i milanesi, quando vi vedevano, che dicevano? Questo tipo straniero va!”. Mezzacapa, senza perdere il tono solenne: “Ma per carità… si accorgevano di me?! Milano è una grande città!”. A quel punto, Peppino equivoca sul significato: “Parlano, eh?”, e Antonio rincara: “Camminano come noi!”. La risposta di Mezzacapa è lapidaria: “Camminano?! C’è un traffico enorme! Attraversare una strada è pericoloso”.
Antonio, con la logica disarmante tipica dei personaggi di Totò, conclude: “E chi attraversa?! Chi si muove?! Per carità!”.
La nebbia: un problema (e una gag)
L’apice comico arriva quando Mezzacapa mette in guardia i due fratelli dal clima milanese: “Freddo, vento, neve, le bufere…”. Antonio equivoca subito: “Le bufale?”, e Peppino, allarmato: “Ci sono? Per la strada?”. Mezzacapa non coglie l’equivoco: “Eh, per la strada… dappertutto!”. Antonio rincara la dose: “Vivono nei palazzi, salgono le scale… che ne so?!”.
Ma è il tema della nebbia a diventare protagonista assoluto del dialogo:
“A Milano, quando c’è la nebbia… non si vede niente”.Antonio, colpito: “Perbacco! E chi la vede?!”.Mezzacapa, confuso: “Cosa?”.“Questa nebbia!”.“Nessuno la vede!”.“E allora com’è che si sa che c’è la nebbia a Milano, se non la vede nessuno?”.
Incapace di spiegare l’ovvietà meteorologica, Mezzacapa tenta un’altra via: “Non si può toccare… quella è una cosa che penetra”.Peppino, rassegnato: “Io, a parte questa nebbia che non voglio toccare per carità… ma se dobbiamo incontrare nostro nipote e questa cantante, come li vediamo?”.Mezzacapa risolve con pragmatismo surreale: “Facile! La cantante… quella c’ha il nome sul manifesto”.E Antonio conclude con un’ironia disarmante: “Hai capito… a Milano, quando c’è la nebbia, mettono i nomi sui manifesti. Dice: chi mi vuol trovare, io sto qua”.
Una scena leggendaria della commedia italiana
Totò, Peppino e la… malafemmina è una pietra miliare della comicità italiana, che sfrutta i luoghi comuni – in questo caso la “nebbia milanese” – per costruire un’esilarante satira di incomprensioni, dialetti e spirito provinciale. Il film si regge sul talento di un cast straordinario: accanto a Totò e Peppino, figurano Dorian Gray e Nino Manfredi, in una delle sue prime apparizioni cinematografiche.
Un’opera che ancora oggi strappa sorrisi e applausi, grazie all’immortalità delle sue gag e alla straordinaria modernità della sua comicità.









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