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Enzo Braschi, storico amico di Grillo: com’è diventato oggi a 76 anni il paninaro filosofo?

  • Immagine del redattore: Silvio Prudentino
    Silvio Prudentino
  • 20 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Vi ricordate Enzo Braschi? Ecco com’è oggi il mitico Paninaro di Drive In

“Tranquilli! Son sempre io! Il paninaro… Trooooppo giuustooo!”. Una frase che evoca immediatamente gli anni ’80, diventata simbolo di un’epoca e di un personaggio televisivo entrato nell’immaginario collettivo: Enzo Braschi. Attore, scrittore e cabarettista, divenne celebre grazie alla trasmissione Drive In, dove diede volto e voce – in chiave satirica – al fenomeno dei paninari: giovani della Milano bene che ostentavano status e ricchezza indossando capi firmati, tra cui l’iconico giubbotto Moncler.

Chi è Enzo Braschi

Nato a Genova il 27 aprile 1949, Enzo Braschi è stato uno dei volti comici più riconoscibili degli anni Ottanta. Dopo aver completato gli studi universitari con una laurea in filosofia, si avvicinò alla musica, militando in diverse band beat e rock. In parallelo iniziò a muovere i primi passi nel mondo del cabaret, esibendosi in vari locali, in particolare presso il celebre Club Instabile di Genova.

Il grande successo arrivò nel 1984 con Drive In, lo show di Antonio Ricci che rivoluzionò la comicità televisiva italiana. Oltre al celebre Paninaro, Braschi diede vita anche ad altri personaggi cult come Il Cucador e il soldato di leva. Una svolta che gli cambiò la vita e che – come lui stesso ha raccontato – arrivò in un momento in cui stava pensando di lasciare il mondo dello spettacolo per tornare a Genova e finire in cassa integrazione. Fu l’amico Beppe Grillo a presentarlo ad Antonio Ricci, cambiando radicalmente il suo destino artistico.

Sanremo e cinema: l’onda lunga del successo

Il successo televisivo proiettò Enzo Braschi anche verso altri ambiti. Partecipò al Festival di Sanremo del 1988 con il gruppo Figli di Bubba, formato da artisti del calibro di Franz Di Cioccio, Mauro Pagani, Roberto Manfredi, Sergio Vastano, Alberto Tonti e Roberto Gatti. Il brano proposto si intitolava Nella valle dei Timbales, e fu una curiosa incursione tra musica e satira.

L’esordio al cinema avvenne nel 1986 con Italian Fast Food di Lodovico Gasparini, dove interpretava – naturalmente – il capo di una banda di paninari, il Gran Gallo. Nel cast figuravano anche Gino Coliandro, Sergio Vastano, Carlo Pistarino, Susanna Messaggio, Anna Galiena, Antonello Fassari, Annabella Schiavone e Renato Cecchetto.

Sempre nel 1986, recitò in Animali metropolitani, diretto da Steno, accanto a Maurizio Ferrini, Mara Venier, Ninetto Davoli, Donald Pleasence, Leo Gullotta e molti altri. Nel 1989 partecipò a Vogliamoci troppo bene, insieme a Enzo Salvi, Barbara D’Urso e Marco Predolin. Il suo ultimo lavoro cinematografico fu Ragazzi della notte (1995) diretto da Jerry Calà, con Francesca Rettondini, Alessia Merz, Fabio Testi e Walter Nudo.

La nuova vita di Braschi: tra scrittura e spiritualità

Dopo aver abbandonato il mondo dello spettacolo, Enzo Braschi ha intrapreso un percorso profondamente diverso, dedicandosi alla scrittura e alla spiritualità. Ha pubblicato diversi libri e si è interessato attivamente alla cultura dei nativi americani, divenendone un appassionato studioso e sostenitore.

Proprio in virtù di questo impegno, gli è stato conferito un nome indiano: Iniumahka, che significa “Bisonte che corre”. Un percorso di consapevolezza e connessione spirituale che lo ha portato lontano dal clamore della ribalta, ma vicino a nuove forme di saggezza e comunità.

Oggi Enzo Braschi è cambiato, ma per chi lo ha amato sul piccolo schermo rimane – sempre e comunque – troooppo giuustooo.


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