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Claudio Amendola, la pensione è troppo bassa e si sfoga: “Ingiusto”

  • Immagine del redattore: Silvio Prudentino
    Silvio Prudentino
  • 21 mag
  • Tempo di lettura: 2 min
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Claudio Amendola e lo sfogo sulle tasse: “Dopo 42 anni di lavoro prenderò 4.000 euro di pensione. Sogno che arrivino gli extraterrestri”

Giusto ieri vi abbiamo riportato lo sfogo di Claudio Amendola sul tema della pressione fiscale, ma nella lunga intervista rilasciata al Messaggero l’attore romano ha anche affrontato, con amarezza, la questione della pensione. Sia chiaro: Amendola è ancora un professionista attivo e non percepisce alcun trattamento previdenziale, ma il suo sfogo guarda al futuro, quando — dopo oltre quarant’anni di carriera — potrà finalmente beneficiare dei contributi versati.

“Dopo 42 anni di lavoro e decine di milioni di euro versati, fra due anni prenderò quattromila euro al mese. Se penso che ci sono certi manager che ne prendono ottantamila…”, ha dichiarato. E ancora: “Io guadagno e pago tutto a mio nome. Tanta gente molto più ricca di me lavora facendo intestare a tante società. E così, a volte, mi è sembrato strano e ‘simpatico’ pagare più tasse di certa gente”. Eufemismi che lasciano intendere il malessere per un sistema che — a suo dire — penalizza chi agisce nella piena trasparenza.

Durante l’intervista, Amendola ha poi ricordato i suoi anni d’oro: “Se in un anno ho guadagnato tre miliardi, più della metà li ho versati felicemente in tasse”, ha detto con ironia. E ha voluto sottolineare un principio: “Non ho mai guardato il telefono aspettando una chiamata. Ho sempre avuto un contratto da onorare. Oggi, oltre a recitare, firmo anche la regia delle fiction televisive in cui recito”.

Roma, le tasse e l’Italia che non cambia

L’attore ha poi esteso la sua riflessione all’Italia di oggi, con uno sguardo particolare rivolto a Roma, sua città natale: “Non ho più voglia di parlare di tutto ciò che non funziona a Roma. È un tema vecchio, che non trova soluzione”. Una rassegnazione che si accompagna a un’insofferenza verso l’ipocrisia quotidiana: “Non ne posso più di sentire quelli che si lamentano del traffico mentre parcheggiano in doppia fila. Basta”.

Parole dure, già sentite in altri ambiti dello spettacolo: viene in mente, per esempio, lo sfogo di Marco Mazzoli dopo la vittoria a L’Isola dei Famosi, in cui puntava il dito contro l’eccessiva tassazione perfino sulle vincite dei reality.

“Sogno gli extraterrestri: ci dicano che siamo deficienti”

Ma Amendola non si è limitato alla cronaca italiana. Il disagio, racconta, è ormai su scala globale: “Mai avrei pensato, a vent’anni, di arrivare a sessanta e vivere una realtà di guerra come quella attuale”. E ancora: “Mi fa schifo tutto: le follie dei politici, l’indifferenza della gente, il cinismo nauseante”.

A chiusura, una battuta amara che sa di fantascienza, ma anche di desiderio di riscatto universale: “Sogno che arrivino gli extraterrestri, i marziani. Ormai sappiamo che ci sono. E che, una volta per tutte, ci dicano: ‘Voi terrestri siete proprio deficienti’. E si comportino di conseguenza”. E chissà — ironizza — almeno loro, le tasse non le pagano.



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